Pomodoro ciliegino per la fascia commodity, ma non troppo
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Incontro tecnico dal carattere altamente formativo, quello che si è svolto nei giorni scorsi a Ragusa in Sicilia, incentrato sulla “Strategia di TSI Italia al contrasto del ToBRFV“: un argomento sempre più sentito, di grande interesse per la filiera e soprattutto per il comparto produttivo siciliano del pomodoro.
Se il problema è sentito a livello globale, anche negli areali del mondo in cui la sua diffusione non viene troppo divulgata, in Sicilia questo virus in passato, dal 2018 in poi, ha rappresentato un problema, decimando fino a oltre il 50% delle produzioni di pomodoro da mensa coltivato in serra intensiva.
Oggi il ToBRFV non fa più paura come prima e i danni sono molto più limitati, grazie all’intervento di tecniche colturali che tengono conto della corretta profilassi fitosanitaria, dell’innovazione genetica e anche per via di una maggiore presa di coscienza della filiera.
TSI Italia, come altre aziende sementiere, ha computo notevoli sforzi per stare al passo con una genetica che fosse resistente al virus, mantenendo un atteggiamento prudenziale nel dichiarare una resistenza IR (resistenza intermedia) per alcune varietà della propria gamma. Quel che è emerso nel corso dell’incontro tecnico rivolto a produttori, commercianti, vivaisti e tecnici esperti è l’approccio diversificato che si estrinseca in un protocollo, introducendo una sostanziale novità, ben raccontata dal genetista israeliano Moran Shelef, il quale ha fatto una premessa importante: “Non esistono metodi infallibili nella lotta al ToBRFV, ma solo effetti fortemente mitiganti, perché il virus si ricombina e può riemergere. Cionondimeno si possono e si devono ottenere risultati che ne annullino gli effetti o quasi”.
“Allcherryto è un ciliegino a grappolo che si presenta con un colore rosso molto intenso e le parti a verde molto appariscenti – spiega il manager – Il grappolo è armonico e, nel complesso, esteticamente attrattivo. Elementi, quelli elencati che, unitamente a un sapore davvero buono, sono dei plus non solo per i mercati all’ingrosso, ma anche per il retail”.
Shelef ha spiegato come la strategia di TSI si basi su un protocollo di ricerca che tiene conto di tre parametri fondamentali: il background genetico, i geni della resistenza e le condizioni ambientali, in una sorta di triangolazione in cui la somma degli insiemi rappresenta la condizione ideale per ottenere la resistenza al ToBRFV.
Questa sintesi è divenuta negli anni abbastanza chiara a tutti, qual è allora il valore aggiunto di TSI Italia nell’approccio alla lotta al ToBRFV? Semplice, ma non troppo: l’introduzione di un portinnesto che abbia anch’esso la resistenza al virus, in modo da scongiurare l’infezione dai residui colturali precedente provenienti dal suolo. Tutto questo basta perché il produttore possa dormire serenamente? Beh, quel che Shelef ha messo in evidenza è che la sola resistenza della marza ha un effetto molto limitativo e che l’aggiunta del portinnesto resistente mette una barriera ulteriore all’infezione, in una strategia più ampia che tenga conto dei vari parametri.
Nel corso dei lavori sono state introdotti quattro varietà di pomodoro resistenti al virus, tra cui TSI Italia annovera il ciliegino Allcherryto F1, il datterino Fanello F1, il midi plum (pizzutello) Pizzobello F1 e il tondo liscio (a grappolo) Carlitos F1.
Queste varietà, in abbinamento con il portinnesto Interceptor F1, rappresentano, unitamente a una corretta gestione in serra, un nuovo baluardo alla lotta al ToBRFV.
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